Futuro reti 6G

Il futuro delle reti 6G: innovazioni, applicazioni e strategie europee

Le reti mobili di sesta generazione, note come 6G, rappresentano la prossima grande rivoluzione nella connettività globale. Secondo gli esperti, il 6G introdurrà innovazioni capaci di trasformare radicalmente la vita quotidiana e il business digitale.

Questa tecnologia è attualmente in fase di ricerca e standardizzazione: i primi studi internazionali sono iniziati nel 2025 e gli standard 6G dovrebbero essere definiti entro il 2029-2030, con il lancio commerciale previsto intorno al 2030. A differenza del 5G che ha inaugurato un’era di alta velocità e bassa latenza, il 6G mira a superarne le prestazioni, offrendo connessioni ultra-rapide, latenze praticamente nulle e una copertura globale estesa anche alle aree oggi isolate.

L’ Unione Europea sta investendo con decisione nello sviluppo del 6G: ha istituito partenariati pubblico-privati e finanziato decine di progetti di ricerca per assicurarsi una posizione di leadership tecnologica e di sovranità digitale in questa nuova frontiera.

Di seguito presentiamo una panoramica delle innovazioni tecnologiche in corso, dei progetti pilota attivi, dei vantaggi attesi rispetto al 5G e degli ambiti di applicazione futuri delle reti 6G, con un focus sulle opportunità per i servizi informatici e le telecomunicazioni in Europa.

Innovazioni tecnologiche in corso verso il 6G

Le reti 6G non si limiteranno ad incrementare le prestazioni delle reti attuali, ma introdurranno un nuovo paradigma di “rete intelligente” basato su tecnologie emergenti. Dal punto di vista fisico, il 6G sfrutterà bande di frequenza ancora più elevate (onde millimetriche estreme e terahertz), ampliando enormemente la capacità di trasmissione dei dati.

Ciò significa poter raggiungere velocità teoriche di picco intorno a 1 terabit al secondo (Tbps) – circa 100 volte superiori a quelle massime del 5G e una latenza (il ritardo di trasmissione) nell’ordine dei microsecondi, praticamente azzerata.

Un’altra innovazione chiave è l’integrazione di infrastrutture non terrestri: il 6G combinerà reti terrestri con satelliti in orbita bassa, droni e piattaforme stratosferiche (HAPS) per garantire una connettività ubiqua e continua su tutto il pianeta. Tecnologie avanzate come i Reconfigurable Intelligent Surfaces (RIS) e i digital twin verranno implementate per ottimizzare l’uso dello spettro radio, migliorare l’efficienza energetica e rendere la rete più affidabile, adattando dinamicamente il segnale nell’ambiente.

Automazione intelligente con le reti 6G

Un elemento distintivo del 6G sarà l’introduzione di intelligenza artificiale (AI) nativa nella gestione della rete. Grazie a algoritmi di machine learning integrati nelle infrastrutture, la rete 6G sarà in grado di auto-apprendere, auto-ottimizzarsi e auto-configurarsi in tempo reale. Ciò permetterà di allocare le risorse di rete in modo efficiente e di anticipare i picchi di traffico o eventuali guasti, garantendo prestazioni ottimali e stabilità anche sotto carichi elevati.

L’automazione intelligente porterà benefici come una maggiore efficienza energetica delle reti e una riduzione dei costi operativi, poiché molte operazioni di ottimizzazione avverranno senza intervento umano.

Inoltre, il 6G abbraccerà l’edge computing e il cloud distribuito: parte dell’elaborazione dei dati sarà spostata verso la periferia della rete (vicino ai dispositivi e sensori), riducendo ulteriormente la latenza e abilitando servizi in tempo reale avanzati.

In sintesi, le innovazioni in corso mirano a costruire un’infrastruttura di rete intelligente, pervasiva e sostenibile, capace di connettere senza soluzione di continuità il mondo fisico, digitale e umano, ponendo le basi per nuovi servizi e applicazioni fino a ieri impensabili.

Progetti di ricerca e sperimentazioni 6G

In tutto il mondo è in atto una corsa per lo sviluppo e la sperimentazione del 6G. I principali attori globali quali operatori di telecomunicazioni, produttori di componenti e centri di ricerca stanno già lavorando su prototipi e test di reti sperimentali di sesta generazione.

Negli Stati Uniti, in Asia (soprattutto Cina, Corea del Sud e Giappone) e altrove, sono stati avviati test-bed per validare tecnologie 6G, in collaborazione tra industria e mondo accademico. Questa competizione ha una valenza strategica: chi riuscirà a fissare gli standard globali del 6G e a controllare le piattaforme tecnologiche avrà un vantaggio cruciale nell’economia digitale del futuro.

Non a caso, si stima che la regione Asia-Pacifico stia guidando la corsa al 6G grazie a forti investimenti in ricerca e innovazione, posizionandosi come la locomotiva mondiale in questo settore emergente.

In Europa, il dibattito e l’impegno sul 6G sono focalizzati su programmi di ricerca finanziati attraverso Horizon Europe e partnership pubblico-private sostenute dalla Commissione Europea. L’Unione Europea ha avviato iniziative ambiziose per non rimanere indietro: già a gennaio 2021 è partito Hexa-X, il primo progetto di ricerca flagship sul 6G, con il compito di definire la visione e le tecnologie chiave della futura rete.

Hexa-X (concluso nel 2023) ha affrontato sfide come l’integrazione dell’AI nelle reti, la sostenibilità energetica e la copertura globale del servizio a bassa latenza. Nel frattempo, è subentrato il progetto Hexa-X-II e numerosi altri, coordinati dal partenariato Smart Networks and Services Joint Undertaking (SNS JU), lanciato dall’UE per unire aziende, centri di ricerca e governi nello sviluppo del 6G.

Situazione attuale e casi d’uso

Ad oggi, tramite SNS JU l’Europa sta finanziando 79 progetti all’avanguardia dedicati al 6G, includendo sia attività di ricerca pura sia piattaforme di prova e progetti pilota in settori verticali come agricoltura, sanità, smart city e industria manifatturiera. Ad esempio, il progetto europeo 6G-PATH sta implementando test-bed per scenari d’uso avanzati, dalle fattorie intelligenti con droni connessi, all’educazione immersiva in realtà virtuale, fino alla telechirurgia per dimostrare sul campo le capacità del 6G in contesti reali.

Parallelamente, progetti come 6G-VERSUS stanno svolgendo prove su casi d’uso verticali (es. fabbriche 4.0, città intelligenti) attraverso reti sperimentali distribuite in diversi Paesi europei. L’obiettivo comune di questi sforzi è duplice: da un lato testare e perfezionare le nuove tecnologie 6G (antenne avanzate, algoritmi AI di rete, nuove forme di modulazione), dall’altro preparare l’ecosistema, imprese e pubbliche amministrazioni ad accogliere i futuri servizi 6G non appena saranno pronti.

Iniziative europee di coordinamento come il nuovo progetto SNS CO-OP, lanciato a Pisa nel gennaio 2025, servono proprio a unire le forze tra i vari progetti, creando sinergie, diffondendo i risultati e preparando una roadmap comune verso il 6G. Questo fermento di attività di R&S conferma la determinazione dell’Europa nel plasmare attivamente il futuro delle reti 6G e nel garantirsi un ruolo da protagonista nella definizione dei relativi standard globali.

Vantaggi attesi del 6G rispetto al 5G

L’introduzione del 6G comporterà una serie di miglioramenti sostanziali rispetto alle reti 5G esistenti. Di seguito, elenchiamo i principali vantaggi attesi:

  • Velocità di trasmissione estreme: il 6G promette velocità nell’ordine del terabit al secondo (Tbps), superando di circa 100 volte le prestazioni di picco del 5G.
  • Latenza quasi azzerata: con il 6G la latenza di rete potrà scendere sotto 1 millisecondo avvicinandosi alla comunicazione in tempo reale.
  • Connessione di massa e copertura globale: le reti 6G potranno gestire fino a 10 milioni di dispositivi per km² connessi contemporaneamente, rispetto ai circa 100 mila supportati dal 5G.
    Grazie all’integrazione con satelliti e piattaforme aeree, il 6G garantirà copertura anche nelle zone remote o rurali, contribuendo a colmare il digital divide portando connettività avanzata dove oggi non arriva.
  • Maggiore efficienza e affidabilità: l’uso diffuso di intelligenza artificiale nel 6G permetterà una gestione ottimizzata delle risorse di rete in tempo reale. La rete diventerà proattiva nell’evitare congestioni e nel correggere anomalie, assicurando connessioni stabili e servizio continuo anche in condizioni di traffico elevato.
  • Sostenibilità energetica migliorata: nonostante le prestazioni superiori, il 6G punterà a reti più verdi. L’automazione AI ottimizzerà i consumi spegnendo dinamicamente le risorse inutilizzate e instradando i dati in modo efficiente. Si prevede un minore consumo energetico per bit trasmesso, che contribuirà a reti mobili più sostenibili e in linea con gli obiettivi “green” dell’UE.

Ambiti di applicazione futuri del 6G

Grazie a queste caratteristiche potenziate, il 6G abiliterà nuovi ambiti di applicazione nei servizi informatici e nelle telecomunicazioni, trasformando profondamente diversi settori. Ecco alcuni esempi di utilizzi futuri delle reti 6G.

Telemedicina avanzata

Con il 6G sarà possibile effettuare interventi di chirurgia a distanza e procedure mediche in telepresenza con sicurezza e precisione. La combinazione di latenza impercettibile e altissima affidabilità permetterà a specialisti di operare pazienti a migliaia di chilometri di distanza tramite robot chirurgici, ricevendo feedback tattili in tempo reale.

Inoltre, i medici potranno monitorare da remoto parametri vitali attraverso sensori IoT indossabili, intervenendo immediatamente in caso di emergenza. Queste applicazioni rivoluzioneranno l’assistenza sanitaria, rendendola più accessibile e capillare.

Realtà estesa e comunicazione immersiva

Le reti 6G faranno decollare la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR) su larga scala. Grazie alla banda ultra-larga e alla latenza nulla, sarà possibile fruire di esperienze immersive senza interruzioni: riunioni virtuali con ologrammi 3D realistici, eventi live in VR con migliaia di partecipanti, tour virtuali di città o musei con una qualità visiva pari al mondo reale.

Nel settore dell’intrattenimento, si aprirà la strada a mondi virtuali condivisi (metaverso) di nuova generazione, in cui utenti lontani possono interagire in ambienti simulati in tempo reale. La comunicazione olografica potrebbe diventare parte integrante delle telecomunicazioni, sostituendo le tradizionali videochiamate con proiezioni tridimensionali dal vivo.

Industria 5.0 e automazione intelligente

In ambito industriale, il 6G abiliterà fabbriche e infrastrutture intelligenti e connesse. I sensori IoT potranno moltiplicarsi in ogni fase della produzione, comunicando istantaneamente attraverso la rete: questo consentirà di creare digital twin (repliche digitali) dei processi produttivi aggiornati in tempo reale, per monitorare l’andamento e individuare anomalie o guasti in anticipo.
Robot autonomi, macchine a guida autonoma e sistemi logistici comunicheranno tra loro con tempi di reazione di pochi millisecondi, coordinandosi in modo autonomo dentro stabilimenti e magazzini (concetto di Industria 5.0).

Ciò aumenterà la produttività e flessibilità, permettendo ad esempio linee di montaggio che si riconfigurano al volo in base alla domanda, o veicoli industriali che operano senza collisioni grazie a una rete “nervosa” comune. Anche la cybersecurity industriale ne beneficerà: il 6G permetterà autenticazioni più sicure e monitoraggio costante via AI, proteggendo proprietà intellettuale e dati sensibili in ambienti altamente connessi.

Smart city e mobilità connessa

Nelle città del futuro, le reti 6G costituiranno il tessuto connettivo per servizi urbani intelligenti. I sistemi di trasporto autonomo (dalle auto self-driving ai droni per le consegne) potranno dialogare in tempo reale con l’infrastruttura stradale e tra di loro, garantendo traffico scorrevole e maggiore sicurezza grazie allo scambio istantaneo di dati su posizione e velocità.

Sensori ambientali distribuiti (illuminazione, qualità dell’aria, gestione rifiuti) invieranno continuamente dati ai centri di controllo tramite 6G, permettendo interventi immediati e una gestione urbana ottimizzata. Inoltre, la copertura globale del 6G tramite satelliti aiuterà a portare servizi digitali avanzati anche in aree rurali isolate, integrando le smart city con i territori circostanti e riducendo il divario digitale. Per i cittadini, tutto ciò si tradurrà in servizi pubblici digitali più efficienti (dalla tele-presenza negli uffici pubblici alla sorveglianza intelligente per la sicurezza) e in una qualità della vita migliorata da una connettività onnipresente.

Prospettive economiche e strategiche per l’Europa

Il potenziale economico del 6G è enorme, e l’Europa vede in questa tecnologia una leva strategica per la competitività futura. Un recente studio di MarketsandMarkets stima che il mercato globale del 6G passerà dai circa 11,4 miliardi di dollari del 2030 a oltre 110 miliardi nel 2036, con un tasso di crescita annuale composto del 46%. Per l’Europa, agganciare questa rivoluzione significa poter contare su infrastrutture critiche all’avanguardia e su un ecosistema industriale capace di sviluppare in casa le tecnologie chiave, riducendo dipendenze esterne.

Con questa visione, l’Unione Europea ha già messo in campo ingenti investimenti e iniziative politiche mirate. Tramite lo SNS JU (Smart Networks and Services Joint Undertaking), la Commissione ha destinato centinaia di milioni di euro alla ricerca sul 6G: solo nel 2024 sono stati stanziati 127 milioni di euro per finanziare 16 nuovi progetti sul 6G, selezionati tra migliaia di proposte provenienti da 33 Paesi.

Tali progetti mirano a reti di nuova generazione sicure, sostenibili e integrate con tecnologie avanzate (come microelettronica europea, intelligenza artificiale affidabile e cybersicurezza), con l’obiettivo esplicito di rafforzare la leadership europea nel 6G e l’autonomia tecnologica dell’UE.

Oltre alla ricerca tecnica, l’Europa punta anche a guidare il processo di standardizzazione globale: attraverso la collaborazione in organismi internazionali (ITU, 3GPP, ecc.) e alleanze come il Consiglio per il commercio e la tecnologia (TTC) con gli Stati Uniti, si lavora per promuovere standard aperti e inclusivi che riflettano i valori e gli interessi europei. In parallelo, l’UE sta incoraggiando lo sviluppo di competenze specializzate nel settore delle reti e stanziando fondi (ad esempio attraverso il programma Digital Europe) per creare infrastrutture di test 6G in tutti i Paesi membri.

Reti mobili 6G

La sfida globale al 6G

Va riconosciuto che la corsa al 6G è globale e altamente competitiva. Paesi asiatici e nordamericani hanno già lanciato le loro roadmap (la Corea del Sud con K-Network 2030, il Giappone con ingenti piani di finanziamento, la Cina con massicci investimenti governativi). Tuttavia, l’Europa intende giocare un ruolo da protagonista, capitalizzando la propria tradizione di eccellenza nelle telecomunicazioni.

Gli esiti di questa sfida avranno implicazioni profonde: riuscire a dominare le piattaforme 6G significherà per l’UE garantire crescita economica, creazione di posti di lavoro qualificati e la capacità di proteggere i propri interessi strategici nell’era digitale.

Il 6G costituirà l’infrastruttura portante della prossima economia digitale. Per l’Europa, farsi trovare pronta all’appuntamento del 2030 significa assicurarsi che questa infrastruttura risponda ai propri bisogni e valori, dalla resilienza delle reti alla inclusività del servizio, e che le imprese europee possano cogliere pienamente le opportunità di innovazione legate al futuro delle reti 6G.

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