
Nel settore agricolo moderno, la gestione dei rifiuti organici rappresenta una sfida cruciale: grandi quantità di scarti alimentari e residui vegetali finiscono ancora in discarica, generando metano e altri gas serra.
Si stima infatti che le discariche contribuiscano a circa il 5% delle emissioni globali di gas serra, principalmente a causa del metano prodotto dalla decomposizione anaerobica dei rifiuti organici. Di fronte a questa emergenza ambientale, l’agricoltura e l’industria dei rifiuti cercano soluzioni innovative per trasformare i rifiuti in risorse.
Una delle nuove frontiere della sostenibilità è l’utilizzo degli insetti per il compostaggio e la gestione dei rifiuti organici. In natura molti insetti sono decompositori efficaci: pensiamo alle larve di mosca soldato nera, ai vermi della farina o persino agli scarafaggi, capaci di consumare rapidamente scarti alimentari e materia organica trasformandoli in biomassa e compost. Questo processo, chiamato insect bioconversion o compostaggio mediante insetti, consente di accelerare la decomposizione dei rifiuti riducendo al contempo l’impatto ambientale.
Gli scarti organici vengono dati in pasto a specifiche specie di insetti allevati in condizioni controllate; nel giro di poche settimane gli insetti li digeriscono producendo due risultati preziosi: da un lato le larve cresciute, ricche di proteine e grassi, utilizzabili come mangime per animali; dall’altro il frass, ovvero i residui di compost e deiezioni degli insetti, utilizzabile come fertilizzante organico ricco di nutrienti. In questo modo, invece di marcire in discarica, i rifiuti organici vengono valorizzati in un ciclo virtuoso tipico dell’economia circolare.
Cosa significa utilizzare gli insetti nel compostaggio dei rifiuti organici?
Usare gli insetti per il compostaggio vuol dire sfruttare la loro naturale abilità di decompositori per smaltire rapidamente gli scarti organici e convertirli in prodotti utili. La protagonista più nota di questa rivoluzione è la mosca soldato nera (Hermetia illucens), le cui larve sono voraci consumatrici di rifiuti. Queste larve possono nutrirsi di quasi qualsiasi materiale organico: avanzi di cucina, frutta e verdura in decomposizione, sottoprodotti agroalimentari, letame di allevamento e persino reflui fognari.
Ogni larva di mosca soldato può consumare fino a 500 milligrammi di rifiuto al giorno, crescendo rapidamente. In pochi giorni o settimane, una colonia di larve può ridurre la massa dei rifiuti di circa il 70%, completando un processo che nei metodi di compostaggio tradizionale richiederebbe mesi. Gli insetti che hanno digerito i rifiuti vengono poi raccolti facilmente (spesso le larve stesse, a fine ciclo, si spostano da sole fuori dal substrato per impuparsi) e possono essere destinati alla trasformazione in farina proteica per l’alimentazione animale. Il residuo organico rimanente – composto da materiali parzialmente digeriti, esuvie degli insetti e microrganismi benefici – prende il nome di frass ed è un ottimo ammendante per i terreni agricoli, ricco di azoto e fosforo utili alla crescita delle piante.
Oltre alla mosca soldato nera, anche altri insetti sono impiegati o studiati per il trattamento dei rifiuti organici. Ad esempio, allevamenti di scarafaggi sono utilizzati in Asia per smaltire grandi quantità di scarti alimentari urbani (come vedremo in seguito), mentre mosche domestiche e i loro vermi possono essere impiegati per trattare letame e rifiuti organici umidi. In ambito sperimentale, perfino larve di coleotteri come il Tenebrio molitor (verme della farina) o il Zophobas morio (superworm) sono studiate per la loro capacità di degradare materiali organici di scarto.
Ciò che rende questi insetti così interessanti è la loro efficienza nel riciclare nutrienti: svolgono un servizio ecosistemico fondamentale trasformando i rifiuti in nuova biomassa e riportando elementi nutritivi nel ciclo produttivo. In più, specie come la mosca soldato nera presentano vantaggi pratici: non sono invasive né vettori di malattie (gli adulti non si nutrono di rifiuti e non pungono) e possono essere allevate ovunque con facilità.
Vantaggi dell’uso degli insetti per il compostaggio
L’adozione di insetti nel compostaggio e nella gestione dei rifiuti organici presenta numerosi vantaggi :
- Decomposizione rapida ed efficiente: Le larve degli insetti accelerano i tempi di decomposizione degli scarti. In condizioni ottimali, possono degradare i rifiuti organici in poche settimane, riducendone il volume dal 65% fino a quasi l’80%, mentre un cumulo di compost tradizionale impiegherebbe mesi per ottenere risultati simili. Ciò permette uno smaltimento più veloce e minor accumulo di materiali in discarica.
 - Valorizzazione dei rifiuti in nuove risorse: Quello che era uno scarto diventa un prodotto utile. Da una parte si ottiene biomassa insettile (larve e pupe) ad alto contenuto proteico e lipidico, tipicamente il 40-45% di proteine e fino al 50% di grassi sulla sostanza secca che può essere trasformata in mangimi per pollame, pesci d’allevamento o animali da compagnia. Dall’altra, il frass risultante è un fertilizzante organico ricco di azoto, fosforo e potassio, capace di migliorare la fertilità del suolo e la crescita delle piante.
 - Impatto ambientale ridotto: L’insect composting contribuisce concretamente a mitigare l’impatto ambientale della gestione rifiuti. Deviando i rifiuti organici dalla discarica (dove produrrebbero metano), si riducono drasticamente le emissioni di gas serra: studi indicano che l’uso delle larve di mosca soldato può tagliare del 70-80% le emissioni di metano rispetto ai metodi di smaltimento o compostaggio convenzionali. Inoltre, produrre proteine da insetti genera una carbon footprint inferiore rispetto agli allevamenti tradizionali: per ottenere 1 kg di proteine da larve di insetto si emettono circa 1,5 kg di CO₂ equivalente, contro i ~10 kg di CO₂ di 1 kg di proteine bovine. Anche l’uso del frass come fertilizzante organico consente di evitare fertilizzanti chimici di sintesi (la cui produzione è energivora e emette CO₂), chiudendo il ciclo dei nutrienti e migliorando la salute del suolo.
 - Benefici sanitari e riduzione dei rischi: Il compostaggio con insetti, se ben gestito, può limitare la proliferazione di organismi patogeni nei rifiuti. Le larve di mosca soldato, ad esempio, competono con altri insetti infestanti (come mosche nocive) e attraverso la loro attività microbica intestinale inibiscono la crescita di batteri pericolosi durante la decomposizione. Ciò contribuisce a ottenere un compost igienicamente più sicuro. Inoltre, l’utilizzo di insetti per trattare letami e deiezioni animali in azienda può ridurre i cattivi odori e il rischio di contaminazione di falde e terreni, migliorando le condizioni sanitarie negli allevamenti. Infine, raccogliere le larve per farne mangime significa anche ridurre i rischi legati all’approvvigionamento di farine proteiche tradizionali (ad esempio farine di pesce o soia importata), garantendo una fonte locale e tracciabile di nutrienti.
 

Figure professionali coinvolte
L’implementazione su larga scala di sistemi di compostaggio con insetti richiede competenze multidisciplinari e il coinvolgimento di diverse figure professionali, tra cui:
- Entomologi e biotecnologi: Specialisti nello studio degli insetti e delle biotecnologie ambientali, sono fondamentali per selezionare le specie più adatte (ad esempio la mosca soldato nera) e ottimizzare le tecniche di allevamento. Si occupano di comprendere il ciclo biologico degli insetti, le condizioni ideali di crescita (temperatura, umidità, nutrienti) e di prevenire malattie nelle colonie. Inoltre, studiano come frazionare e trasformare la biomassa ottenuta in prodotti utili (proteine, lipidi, chitina) in modo efficiente.
 - Esperti di gestione dei rifiuti ed economia circolare: Ingegneri ambientali e tecnici della gestione rifiuti progettano gli impianti di bioconversione con insetti e ne gestiscono il funzionamento. Devono garantire un flusso costante di scarti organici sicuri per l’alimentazione delle larve, curare la logistica di raccolta dei rifiuti e il successivo trattamento del compost prodotto. Questi professionisti assicurano che il processo rispetti le normative sanitarie (ad esempio separando adeguatamente i rifiuti organici da materiali non idonei) e che l’operazione sia economicamente sostenibile, integrandola nei sistemi di gestione rifiuti esistenti.
 - Agronomi e specialisti del suolo: Sono i professionisti che valutano e promuovono l’utilizzo del frass e degli altri residui come ammendanti agricoli. Analizzano la qualità del fertilizzante organico ottenuto dagli insetti (contenuto in NPK, presenza di microelementi e sostanza organica), ne testano l’efficacia in campo su diverse colture e definiscono le dosi e modalità di applicazione ottimali. Inoltre, monitorano che non vi siano contaminanti (es. metalli pesanti o residui farmaceutici) nel compost di insetti, garantendo così che sia sicuro e conforme agli standard per l’uso agricolo.
 - Nutrizionisti zootecnici e veterinari: Nel caso in cui le larve prodotte vengano utilizzate come mangime, entrano in gioco esperti di alimentazione animale e veterinaria. Questi professionisti valutano il profilo nutrizionale della farina di insetto o delle larve fresche destinate agli animali da allevamento (polli, pesci, suini, ecc.), assicurandosi che siano un alimento bilanciato e privo di agenti patogeni. Svolgono prove di alimentazione per misurare gli effetti sulle performance di crescita e sulla salute degli animali. Ad esempio, integrano proteine da mosca soldato nelle diete dei polli per verificarne la digeribilità e l’impatto sulla qualità delle carni, oppure testano l’uso delle larve nei mangimi dei pesci per ridurre l’uso di farine di pesce. Il loro ruolo è cruciale per validare l’inclusione degli insetti nell’alimentazione animale in maniera sicura ed efficace.
 - Ingegneri e tecnici di impianto: Come per qualsiasi impianto produttivo innovativo, servono tecnici capaci di mantenere operativa la struttura di allevamento degli insetti. Queste figure gestiscono i macchinari di automazione (nastri trasportatori per distribuire i rifiuti alle larve, sistemi di controllo climatico per temperatura e umidità, essiccatori per il trattamento post-raccolta delle larve, ecc.) e intervengono per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Devono inoltre garantire i necessari sistemi di sicurezza: ad esempio, evitare fughe di insetti nell’ambiente esterno (tramite reti, vasche di contenimento e altri accorgimenti) e assicurare condizioni igieniche ottimali nell’impianto. In sintesi, sono i responsabili operativi che assicurano che la “fabbrica di insetti” funzioni in modo fluido, efficiente e sicuro giorno dopo giorno.
 
Esempi di applicazione
Un esempio concreto dell’uso degli insetti per la gestione dei rifiuti organici proviene dalla Cina, dove il problema degli scarti alimentari urbani ha trovato una soluzione innovativa. Nella città di Jinan, nella provincia dello Shandong, un impianto avveniristico alleva circa un miliardo di scarafaggi per smaltire i residui di cibo della città. Ogni giorno, circa 50 tonnellate di rifiuti alimentari (l’equivalente in peso di sette elefanti adulti!) vengono pompate attraverso tubi direttamente nelle vasche brulicanti di scarafaggi, che divorano questi scarti. Il risultato è sorprendente: i rifiuti vengono eliminati rapidamente e il ciclo non finisce qui. Gli scarafaggi adulti, al termine del loro ciclo di vita, vengono raccolti e trasformati in mangime proteico per maiali e altri animali da allevamento. In un paese dove dare rifiuti alimentari crudi ai suini è vietato (a causa di epidemie come la peste suina), questa trovata permette di trasformare i rifiuti in risorse, come ha dichiarato Li Hongyi, direttrice dell’azienda che gestisce l’impianto. Dato il successo, la società prevede di costruire altre strutture simili, puntando a trattare fino a un terzo di tutti gli scarti alimentari prodotti dalla città di 7 milioni di abitanti. Questo esempio mostra il potenziale enorme degli insetti: perfino una specie tanto detestata come lo scarafaggio può diventare un prezioso alleato ambientale, un vero “percorso biotecnologico” per la conversione dei rifiuti organici.
Un altro esempio arriva dal mondo agricolo italiano. Nel progetto ValoriBio, sviluppato dall’Università di Modena e Reggio Emilia, si è sperimentato l’impiego della mosca soldato nera per trattare un tipo particolare di scarto: le deiezioni avicole, ovvero il letame prodotto dagli allevamenti di pollame. In questo progetto, le larve di mosca soldato sono state allevate su lettiere e letami di pollaio; nutrendosi di questi materiali, da un lato li depuravano e ne riducevano il volume, dall’altro accumulavano nelle loro biomasse i nutrienti. I ricercatori hanno poi utilizzato le larve raccolte per produrre biomateriali e fertilizzanti per uso agricolo. Un risultato interessante è stato la creazione di teli pacciamanti biodegradabili ottenuti dai residui delle larve nutrite a letame. Questi teli, usati per coprire il terreno nelle coltivazioni e controllare le erbe infestanti, hanno mostrato la capacità di biodegradarsi in modo uniforme rilasciando azoto nel terreno durante la decomposizione agendo quindi sia come pacciamatura sia come concime naturale. Si tratta di un perfetto esempio di economia circolare in agricoltura: un rifiuto (il letame) viene convertito tramite gli insetti in un prodotto utile (il telo fertilizzante) che a fine vita arricchisce ulteriormente il suolo. Lo stesso ateneo emiliano ha avviato un impianto pilota più ambizioso, nell’ambito del progetto europeo SCALIBUR, per allevare larve di mosca soldato su scarti organici urbani e frazionarle nei loro componenti (proteine, grassi, chitina) destinati a mangimi, bioplastiche, biodiesel e altri prodotti ad alto valore aggiunto. Questo dimostra come l’innovazione nel campo degli insetti possa generare molteplici soluzioni: dal fertilizzante al mangime, fino a nuovi materiali biodegradabili.
Confronto internazionale nell’applicazione degli insetti
L’uso di insetti per il compostaggio e la gestione dei rifiuti organici sta prendendo piede in diversi paesi, con approcci e livelli di adozione variabili:
- Cina: È uno dei paesi pionieri nell’applicazione massiva di insetti per lo smaltimento dei rifiuti. Oltre al caso citato degli allevamenti di scarafaggi che digeriscono scarti urbani, la Cina vanta numerosi impianti dedicati alla mosca soldato nera. Qui enormi biofabbriche allevano larve su rifiuti alimentari su scala industriale, producendo ogni anno migliaia di tonnellate di proteine di insetto per l’allevamento ittico e suinicolo. Il governo cinese supporta attivamente queste iniziative come parte delle strategie per la gestione dei rifiuti e la sicurezza alimentare. Ad esempio, esistono aziende che allevano miliardi di scarafaggi non solo per i rifiuti, ma anche per ricavarne prodotti medicinali tradizionali, con impianti premiati a livello nazionale per le loro scoperte scientifiche. La Cina dunque considera gli insetti una risorsa strategica, investendo sia nella ricerca sia nelle applicazioni commerciali su larga scala.
 - Europa: Nel contesto europeo, l’uso di insetti in ambito rifiuti è visto con crescente interesse e viene promosso attraverso progetti pilota e normative emergenti. L’Unione Europea ha finanziato progetti di ricerca e innovazione come SCALIBUR e altri, coinvolgendo università e aziende di vari paesi per sviluppare tecnologie di bioconversione dei rifiuti urbani tramite insetti. In diversi stati membri (Francia, Paesi Bassi, Belgio) sono sorte startup e impianti pre-commerciali che allevano mosche soldato su rifiuti della filiera agroalimentare, producendo mangimi alternativi e fertilizzanti organici. Ad esempio, nei Paesi Bassi esistono fabbriche di larve su sottoprodotti agricoli, mentre la Francia ospita uno dei maggiori stabilimenti al mondo di produzione di proteine da insetto (focalizzato però più sull’alimentazione animale che sul trattamento rifiuti). Anche l’Italia sta muovendo i primi passi: oltre ai progetti di ricerca universitari (come ValoriBio e il pilota di Modena citati), alcune aziende stanno iniziando ad allevare insetti per valorizzare scarti agroindustriali, in attesa di un quadro normativo più definito. Dal 2021 l’UE ha riconosciuto il frass di insetto come fertilizzante utilizzabile nei paesi membri, segno di una apertura normativa importante verso questi approcci innovativi. In sintesi, l’Europa vede negli insetti un tassello dell’economia circolare futura e sta creando le condizioni perché questa soluzione possa scalare, seppur con attenzione alla sicurezza e alla regolamentazione.
 - Africa: In vari paesi africani l’utilizzo di insetti per la gestione dei rifiuti organici e la produzione di mangimi è in pieno sviluppo, spesso sostenuto da organizzazioni internazionali per lo sviluppo sostenibile. In Kenya, Uganda e Sudafrica sono attivi progetti che impiegano la mosca soldato nera per trattare i rifiuti organici municipali e i residui agricoli, con un duplice beneficio: ridurre l’inquinamento locale (meno discariche a cielo aperto, meno roghi di rifiuti) e allo stesso tempo ottenere proteine a basso costo per l’alimentazione animale e fertilizzanti per gli agricoltori locali. Ad esempio, in Uganda l’integrazione del frass nelle pratiche colturali ha mostrato aumenti di resa significativi nei campi di mais, mentre in Kenya alcune startup raccolgono scarti di mercato (frutta, verdura) per nutrire larve da destinare a mangime per polli, creando opportunità di reddito per le comunità. In Sudafrica, imprese innovative stanno costruendo impianti su scala industriale per la bio-conversione di rifiuti organici, con il supporto di investimenti privati e fondazioni: un rapporto del 2025 evidenzia come il settore della Black Soldier Fly farming sudafricano sia in rapida crescita e considerato un volano per un sistema alimentare più resiliente e rigenerativo. L’Africa dunque abbraccia questa tecnologia sia per affrontare problemi urgenti di gestione rifiuti e sicurezza alimentare, sia come occasione di sviluppo economico locale (creazione di piccole imprese di allevamento insetti, nuova occupazione, ecc.).
 - Stati Uniti: Negli USA l’attenzione verso l’economia circolare e la riduzione dello spreco alimentare ha portato a esplorare il contributo degli insetti soprattutto come soluzione complementare al compostaggio tradizionale. Alcune aziende americane hanno avviato allevamenti di mosca soldato per trasformare gli scarti dell’industria alimentare in proteine per pet food e mangimi, mentre varie università e istituzioni pubbliche stanno conducendo studi pilota. Ad esempio, la North Carolina State University gestisce a Charlotte un impianto dimostrativo di compostaggio con mosche soldato all’interno di un centro comunitario chiamato “Innovation Barn”. In questo impianto, alimentato dagli avanzi recuperati da supermercati e agricoltori locali, le larve convertono centinaia di chili di scarti alimentari in mangime per animali e fertilizzante ogni pochi mesi. Negli Stati Uniti il settore è ancora emergente, ma sta guadagnando attenzione: persino enti come l’EPA (agenzia per la protezione ambientale) citano l’allevamento di insetti tra le strategie per ridurre i rifiuti alimentari. Diverse startup californiane e del Midwest stanno sviluppando tecnologie per automatizzare l’allevamento di insetti su rifiuti (sensori, robotica, AI per ottimizzare i cicli), con l’idea di inserirli nei grandi impianti di trattamento rifiuti urbani. Sebbene la scala attuale in USA sia ancora modesta rispetto ad altri luoghi, l’interesse è in crescita grazie ai potenziali benefici economici (riduzione dei costi di smaltimento, nuovi prodotti vendibili) e ambientali (meno rifiuti in discarica, meno emissioni) che gli insetti possono offrire.
 
Il futuro del compostaggio
L’utilizzo di insetti per il compostaggio e la gestione dei rifiuti organici rappresenta una soluzione innovativa e promettente per affrontare simultaneamente più sfide: la riduzione degli scarti, la produzione sostenibile di mangimi e fertilizzanti, e la diminuzione dell’impatto ambientale dell’agricoltura. Questa strategia incarna i principi dell’economia circolare, dove nulla si butta ma tutto si trasforma: ciò che era uno scarto diventa cibo per insetti, gli insetti diventano cibo per allevamenti o fonte di materiali utili, e i loro residui nutrono i campi chiudendo il ciclo. I casi di studio nel mondo – dalla Cina all’Europa, dall’Africa agli Stati Uniti – dimostrano che non si tratta più di semplici esperimenti, ma di una realtà in rapida espansione. Adottare gli insetti come “biofabbriche” viventi può aiutare aziende agricole, città e comunità a gestire i rifiuti in modo più efficiente e sostenibile, creando anche nuove filiere economiche verdi.
Per il settore agricolo, in particolare, questa innovazione offre un duplice vantaggio: da un lato mitigare i problemi ambientali (riducendo emissioni, inquinamento e dipendenza da risorse esterne), dall’altro aumentare la resilienza e l’efficienza produttiva (grazie a fertilizzanti organici che migliorano i suoli e a mangimi alternativi locali). Naturalmente, restano sfide da affrontare, dalla necessità di norme sanitarie adeguate, all’accettazione da parte del pubblico, fino al perfezionamento delle tecniche di allevamento su vasta scala, ma i trend attuali indicano che gli insetti potranno ritagliarsi un ruolo sempre più centrale nell’agricoltura del futuro.
Trasformare i rifiuti organici tramite gli insetti non è solo una curiosità scientifica, ma una strategia concreta verso un’agricoltura più sostenibile, circolare e innovativa. Le istituzioni di ricerca, gli enti pubblici e le associazioni di settore stanno lavorando insieme alle imprese per portare queste soluzioni dal laboratorio al mondo reale. Chi opera nel settore agroalimentare e ambientale dovrebbe tenere d’occhio questa rivoluzione strisciante: piccoli insetti possono fornire grandi contributi nell’affrontare le sfide globali di oggi, dal cambiamento climatico alla sicurezza alimentare. Il futuro del compostaggio e della gestione dei rifiuti potrebbe benissimo avere sei zampe e le ali!
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