
La gestione dei rifiuti e l’impiego intelligente delle risorse sono oggi temi centrali in ogni strategia d’innovazione. In un mondo in cui la scarsità delle materie prime e l’urgenza climatica si fanno sempre più pressanti, ripensare il modo in cui le aziende producono, distribuiscono e raccolgono valore è un imperativo per la promozione di modelli di business circolari.
In questo contesto, essa rappresenta una delle strade più concrete per trasformare la crisi in opportunità. Si tratta di un’evoluzione che va oltre il semplice riciclo, puntando su progettazione intelligente, processi rigenerativi e valorizzazione degli scarti in tutte le fasi della filiera.
Rethinking: come funzionano i modelli di business circolari
A differenza dei modelli lineari — produci, usa, getta — quelli circolari si basano su una logica di chiusura del ciclo: i prodotti vengono progettati per durare più a lungo, essere riparati, aggiornati, smontati, riutilizzati e infine riciclati. Il valore non si esaurisce alla fine del primo utilizzo, ma viene recuperato in forme diverse.
Ne sono un esempio i servizi di leasing di oggetti elettronici, la rigenerazione di abiti o mobili, il riutilizzo di packaging, ma anche la creazione di piattaforme digitali per scambiare beni o materiali in surplus. Tutto ruota attorno all’idea di generare valore con meno risorse, più ingegno e maggiore collaborazione.
I vantaggi di modelli di business circolari
Integrare modelli di business circolari porta benefici concreti sia alle aziende che alla società nel suo complesso. Tra i principali vantaggi troviamo:
- Riduzione dei costi di materia prima, grazie al riutilizzo e alla rigenerazione di materiali esistenti.
- Accesso a nuovi mercati legati all’economia verde, con prodotti e servizi innovativi.
- Aumento della reputazione aziendale attraverso pratiche ambientali trasparenti e riconosciute.
- Conformità normativa con gli obiettivi europei (es. Green Deal, Regolamento Ecodesign, PNRR).
- Creazione di posti di lavoro locali, specialmente nei settori della riparazione, manutenzione e logistica inversa.

Figure professionali coinvolte
L’adozione di modelli di business che puntano al riciclo e al riuso richiede una forte sinergia tra competenze tecniche, manageriali e creative. Tra le figure più coinvolte troviamo:
- Eco-designer, in grado di ideare prodotti con cicli di vita estesi e riciclabili.
- Ingegneri ambientali, che ottimizzano i processi produttivi in chiave sostenibile.
- Responsabili della sostenibilità, che definiscono strategie e KPI ambientali.
- Esperti di logistica inversa, per organizzare il rientro e la reimmissione dei materiali.
- Manager dell’innovazione, capaci di trasformare le idee circolari in modelli scalabili.
Esperienze italiane e internazionali
In Italia e in Europa si moltiplicano le esperienze di successo. Alcune startup italiane come Orange Fiber trasformano gli scarti agrumicoli in tessuti di alta qualità. Altre, come la piattaforma Mercato Circolare, mappano e promuovono le realtà che adottano pratiche sostenibili nei territori. A livello europeo, aziende come MUD Jeans o Refurbed propongono modelli basati su noleggio, rigenerazione e restituzione, dimostrando che l’economia circolare può essere anche conveniente e accessibile.
Promuovere modelli di business circolari non è solo una scelta etica, ma una strategia economica che protegge il futuro delle imprese. Riuscire a mantenere il valore dei materiali il più a lungo possibile, ridurre la produzione di rifiuti e trasformare i sottoprodotti in nuove risorse significa aumentare la resilienza, migliorare la redditività e contribuire attivamente alla transizione ecologica.
AssoInnovatori APS è al fianco di imprese, enti pubblici e startup che intendono costruire soluzioni rigenerative, offrendo supporto operativo, orientamento strategico e connessioni con una rete di innovatori e centri di ricerca.
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